lunedì 22 agosto 2016

Recensione di "Mi innamoravo di tutto - Storia di un dissidente" di Stefano Zorba

Oggi parliamo di questo libro che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice Edizioni AlterNative
Devo dire che non sapevo cosa aspettarmi perché è molto lontano da ciò che leggo solitamente e vi descriverò cosa ne penso.

Autore: Stefano Zorba
Genere: Romanzo
Pagine: 72

















Trama:


Un sotterraneo anonimo. Un pavimento in calcestruzzo, polvere, pilastri nudi e vecchi. E sangue.
Un imprecisato servizio segreto italiano ha un prigioniero, un dissidente che si chiama Coda di Lupo. E vuole farlo parlare, con ogni mezzo necessario.

E Coda di Lupo parla, si racconta, scandendo la sua vita sulle note dell’omonima canzone di Fabrizio De André, dall’infanzia e il G8 di Genova fino agli ultimi, disperati anni di resistenza in Val Susa.
Un romanzo che parla di lotta, di resistenza, di Stato, di sofferenza, di morte. E della gioia di lottare, nonostante tutti i sacrifici che questo comporta.

Voto:

fiorefiorefiorefiore




La mia recensione:

Questo romanzo mi ha colpito per il modo in cui è stato costruito dall'autore. Non solo per il modo schietto e diretto con cui il protagonista si rivolge al lettore, ma per il modo in cui, calcando i versi della nota canzone "Coda di lupo" di Fabrizio De André, la narrazione segua il suo corso tra flashback e riflessioni.
Parliamoci francamente: non l'avevo mai ascoltata questa canzone, cardine per la narrazione. Ma sono andata ad ascoltarla una volta terminata la lettura. Ma non è l'unica canzone che questo racconto usa lungo le pagine.
Con sole 72 pagine questo romanzo ti racconta una storia che colpisce come un pugno allo stomaco. Vieni catapultato anche tu in quel sotterraneo, a rivivere il passato di Coda di Lupo e cercando di capire cosa spinga una persona a lottare come lui.
E ancora di più colpisce il fatto che non vada a raccontarti una bella favola, ma che voglia farti aprire gli occhi sulla realtà delle cose: questo è il mondo in cui viviamo e non sempre c'è il lieto fine. 
Ma in queste pagine guardiamo con gli occhi di una persona che ha scelto di lottare, ma che è sempre un essere umano con i suoi limiti. Guardiamo il suo percorso fin dall'inizio, con le interruzioni e le prese di coscienza, fino alla fine.
Ho trovato parecchie riflessioni interessanti che Coda di Lupo fa, alcune più forti di altre, ma non necessariamente meno vere. 
Per chi si accingerà a leggerlo vedrà quanto pochi peli sulla lingua abbia il protagonista e verrà colpito dalla sua espressività.
E' stata una lettura interessante, non c'è che dire. Lontana dalle mie solite letture, ma che mi ha molto colpito.



Baci,

Vale

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